lunedì 5 novembre 2012

Tare - «Al derby sarà un’altra squadra» (Corriere dello Sport)

Non si gioca così, non si gioca senza grinta: «Non c’è cattiveria in questa squadra. E’ un gruppo compatto, è composto da bravi ragazzi, da professionisti seri che hanno dimostrato il loro valore sino ad una settimana fa. Ma serve anche cattiveria. Questi schiaffi li meritiamo, le colpe sono di tutti, non si salva nessuno, neppure noi della società. La Lazio è stata troppo brutta per essere vera, è sparita dal campo dopo l’1-0 del Catania, non abbiamo fatto niente di ciò che si doveva. Loro hanno meritato questa grande vittoria». Quattro schiaffi, tutti in punizione. Il diesse Tare non ha risparmiato nessuno, ha messo anche i dirigenti sul banco degli imputati. Una mossa saggia, giusta, fatta per non puntare il dito contro nessuno in particolare. Lotito ha lasciato il Cibali senza parlare, è stato negli spogliatoi e s’è fatto sentire. Dopo ogni partita si reca dalla squadra e da Petkovic, ieri c’era un motivo in più per farlo.
LA REAZIONE - La spiegazione di Tare è precisa, non smette di difendere il gruppo, ma l’ha messo di fronte alle responsabilità: «Dobbiamo tornare a casa e riflettere tutti quanti sulla sconfitta, lunica strada da seguire è questa. Giovedì abbiamo una gara difficilissima in Europa, sarà importante affrontarla al meglio, poi domenica giocheremo il derby. Vedrete un’altra faccia della Lazio, quella vera!». Tare assicura la reazione, la società si farà sentire nuovamente nello spogliatoio. Il diesse non crede al calo fisico, è una questione mentale. La Lazio spesso stacca la spina: «Gli elogi sono stati giusti, ora sono giuste le critiche. Non credo si tratti di un calo fisico, per me è un problema di testa. A Firenze, nel secondo tempo, abbiamo reagito e giocato bene così come è accaduto contro il Torino. A Catania purtroppo abbiamo preso un gol incredibile, mi riferisco al primo, nessuno di noi ha capito comè entrata quella palla. E poi è arrivato il calcio di rigore, ha chiuso la partita, non ci siamo più stati con la testa, non siamo stati in grado di reagire». Non ci sono parole, servono fatti: «E’ difficile dare una spiegazione dopo una sconfitta del genere. Non posso dire da cosa sia dipesa, ma non sarebbe giusto buttare tutto quanto di buono è stato fatto. Questo è un gruppo che va difeso, ma allo stesso tempo vanno cercate le soluzioni. Dobbiamo capire quali sono gli errori commessi, dobbiamo cercare di trovare la strada giusta». Gli impegni multipli non valgono come alibi: «Si gioca tanto, ma questo non vale solo per noi, è così anche per gli altri. Sino all’1-0 abbiamo creato, l’occasione di Rocchi è stata importante, poi abbiamo regalato altri gol. La Lazio è crollata dopo lo svantaggio. C’è tanta rabbia, c’è tanto nervosismo, dobbiamo dormirci sopra». Il derby non ha influito: «Parliamo di giocatori d’esperienza, non è la prima volta che affrontano un derby. Abbiamo una classifica da difendere, è difficile trovare le parole giuste, non c’è niente da giustificare. Questa squadra ha fatto tanto, dobbiamo solo metterci di nuovo con la testa bassa e pedalare, ogni parola sarebbe superflua».
CAVANDA - Tare ha attaccato la squadra su punti precisi senza accusare i singoli reparti: «L’attacco? Rocchi è un grande giocatore, ha fatto la storia della Lazio. Floccari ha grande esperienza, può giocare in qualsiasi squadra, è un problema di gruppo». Il diesse ha difeso Cavanda, autore di una pessima prova: «Cavanda va difeso più di tutti perché uno dei nostri giovani, se sbaglia dobbiamo stargli vicino, ha anche il diritto di fare errori considerando la sua età. In questo momento credo non si salvi nessuno, non è solo colpa di Cavanda o di un giocatore in particolare. E’ colpa di tutti».(d.r.)

Fonte: Lazio.net

Lotito furioso!

Il pesante k.o. rimediato ieri pomeriggio dalla Lazio, contro il Catania, ha fatto perdere le staffe anche al presidente Lotito. Come riportato questa mattina dalla Gazzetta dello Sport infatti, - il presidente Lotito - che è rimasto in silenzio davanti a taccuini e telecamere,  ha parlato, e pure tanto, all'interno degli spogliatoi, rimproverando i giocatori per la figuraccia rimediata. Il tecnico, da parte sua, - sempre sulla Gazzetta dello Sport - ha deciso di fissare la ripresa della preparazione già per questa mattina, nonostante fosse stata ventilata l’ipotesi di concedere un giorno di riposo alla squadra. Da verificare le condizioni di Hernanes, uscito per un problema alla coscia destra.

venerdì 26 ottobre 2012

Pektovic - Conferenza Stampa post gara

ATENE - Il finale porta con sé la beffa. Termina 1-1 l'intenso match tra Panathinaikos e Lazio. Nel primo tempo, la squadra di Petkovic si è dimostrata pimpante, aggressiva, vogliosa di portare a casa il bottino pieno. La ripresa è stata invece all'insegna della sofferenza, con la formazione greca che ha preso via via il pallino del gioco. I biancocelesti si sono dimostrati disordinati nel possesso palla, schiacciati dal pressing crescente degli ateniesi. Il forcing greco è stato poi premiato negli ultimi minuti dell'incontro, con il pareggio raggiunto quando ormai si stava entrando nei minuti di recupero. La squadra capitolina mantiene il primato nel Girone J (grazie al pareggio tra Maribor e Tottenham), ma perde l'occasione di staccare la concorrenza. Serata dolceamara, quindi, per Vladimir Petkovic,  in conferenza stampa dallo Stadio Olimpico "Spyros Louis". 

Una Lazio che ha fatto la partita solo per 25 minuti?
La Lazio non ha giocato solo 25 minuti. Abbiamo avuto il possesso sempre noi, ma non abbiamo avuto la fame per vincere la partita. L'avversario ha fatto qualcosa solo negli ultimi quindici minuti.
L'atteggiamento del secondo tempo è di una squadra troppo leziosa, le fa rabbia questo?
Non dimentichiamo che abbiamo giocato contro il Panathinaikos. Non sono contento di aver preso un solo punto, ma abbiamo dimostrato di poter competere con queste squadre con il minimo sforzo. Ci è mancato il killer instinct per chiudere la partita.
Non è la prima partita che la Lazio gioca peggio nel secondo tempo. Da cosa dipende questo?
Per me dipende più dall'approccio mentale, stava a noi creare di più negli ultimi minuti. Dobbiamo migliorare su questo, dobbiamo essere pronti a fare la differenza con tutti quelli che vanno in campo.
Quando non gira Hernanes, la squadra ne risente in fase offensiva?
Nel primo tempo in diverse occasioni siamo riusciti a creare buone occasioni, sulla fascia destra abbiamo creato superiorità numerica. Con la marcatura a uomo si può soffrire, ma siamo stati troppo "bravi" per vincere la partita.
Come mai Klose è andato in tribuna e non in panchina?
E' stata quasi la stessa di Radu. Klose deve riposare, ha avuto qualche problemino, spero di recuperarlo per domenica. Sul suo stato di salute ci penserà a dare informazioni lo staff medico. Per domenica comunque diciamo che è in dubbio.
Cosa si è fatto Mauri?
Una contrattura al polpaccio. Vediamo se potrà recuperare per domenica, in modo veloce.
Sulla fascia sinistra le maggiori sofferenze. Le è piaciuto come ha giocato Zarate?
No, deve dare di più come tutti. Chi è sceso in campo questa sera deve darmi garanzie per poter ottenere occasioni di scendere in campo. Io cerco di coinvolgere il maggior numero di giocatori nel progetto, aspetto che tutti dimostrino di poter conquistare una posizione.
Questa sera è arrabbiato?
Lo sono sempre quando non si vince, quando le partite vanno come stasera non sono mai contento. Abbiamo messo in difficoltà l'avversario, dovevamo essere più produttivi nel secondo tempo.


Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it

domenica 21 ottobre 2012

Petkovic promuove la Lazio: "Non a pieni voti, ma a buoni..."


La Lazio esulta, la Lazio batte il Milan e vola in classifica: la vittoria con i rossoneri porta i biancocelesti a una sola lunghezza dal Napoli, al terzo posto solitario in classifica (in attesa che giochi l'Inter). Klose e compagni hanno confermato i pronostici della vigilia: superiorità netta nel primo tempo, seguita però da un'eccessiva sofferenza nella seconda frazione. Vladimir Petkovic può essere soddisfatto del risultato, un po' meno del calo di concentrazione della ripresa.

Questa la conferenza stampa del tecnico biancoceleste:

Esame di maturità superato?
Non a pieni voti, ma con buoni voti. Negli ultimi minuti abbiamo rinunciato a giocare. Comunque abbiamo subito gol da calcio da fermo, il Milan non ha creato grosse occasioni.
Come si può ovviare al calo atletico della ripresa?
Non era necessario questo calo, anche se siamo un po' stanchi dobbiamo tenere di più la palla. Non si può sempre verticalizzare in avanti, bisogna giocare con più testa.
Come sta Marchetti?
Ha un leggero fastidio muscolare, vediamo in questi giorni, speriamo.
Cosa è successo sul 3-0? Il Napoli è a un solo punto, dove può puntare la Lazio?
Bisogna rimanere con i piedi per terra. Bisogna anche analizzare le cose che vanno meno bene. Dobbiamo migliorare per avere continuità per tutti i 90 minuti, come le grandi squadre. La classifica mi interessa relativamente. Oggi abbiamo dimostrato che possiamo vincere con le grandi. Questa convinzione ci deve aiutare nelle prossime partite.
Nel secondo tempo solo questioni tattiche o un calo atletico? Il cambio Mauri-Cavanda?
Il MIlan ha giocato anche con cinque punte, mi serviva più copertura dietro. Lulic davanti poteva chiudere la fascia e poi ripartire.
Dal punto di vista del gioco la Lazio è la migliore?
Non valuto io questo. Era per me importante non lasciare spazi ai giocatori veloci del Milan. Abbiamo fatto bene per un'ora, peccato per il finale di partita. Dobbiamo crescere ancora per mantenere aggressività e possesso palla.
La Lazio del primo tempo la migliore che vuole vedere?
Ci sono diversi tipi di Lazio. Si può preferire l'una all'altra, ma l'importante è che stasera abbiamo giocato bene, anche se solo per 60 minuti.
La Lazio tira molto da fuori area. E' una scelta voluta o spunto dei singoli?
Certe cose si devono avere come doti dei singoli giocatori. Anche in allenamento si provano queste cose, ma sono loro che decidono se tirare da lontano.


Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it

venerdì 19 ottobre 2012

Zarate riparte da se stesso!

Quando nella propria vita serve ripartire, due mani tese possono costituire un buon inizio. Per Mauro Zarate, il primo step da cui far partire il proprio riscatto risiede nelle parole di Petkovic:Sto aspettando che Zarate mi faccia vedere in campo il suo valore e riconquisti la fiducia dei suoi compagni. Il resto sono chiacchiere”. Per l'attaccante argentino, sapere che il mister lo sta “aspettando” deve essere il primo passo per riacquistare fiducia e rimettersi in carreggiata. La voglia di spaccare il mondo subito-prima di adesso va un attimo accantonata: solo un lavoro meticoloso, graduale e soprattutto quotidiano può ripresentare il talento di Haedo nelle migliori condizioni possibili. La seconda mano tesa, sintomo che il numero 10 sembra aver recepito il messaggio, proviene proprio dal diretto interessato: come riporta il Corriere dello Sport, Zarate ha infatti ottenuto dalla società di poter avvalersi di un personal trainer, in modo da intensificare la preparazione atletica. Per riportare Maurito ai livelli straordinari del suo primo anno a Roma, certamente questa notizia non costituisce una garanzia assoluta. Ma può rappresentare un buon passo in avanti. Soprattutto restituisce un dato fondamentale: il “blocco da prestazione” di Zarate trova le sue cause in buona parte nella condizione fisica. Riportando alla mente le prodezze della prima stagione – il gol al derby, le reti alla Juventus e alla Sampdoria in Coppa Italia – salta subito all'occhio come sia stata proprio la predominanza nello scatto e nel dribbling a rendere Zarate l'idolo della Curva Nord. Uno smalto progressivamente perso, tanto a Roma quanto nella parentesi all'Inter. Anche la posizione in campo conta, certamente, dal momento che Maurito ha fatto vedere le cose migliori giocando da prima punta in un attacco a due, in coppia con Goran Pandev. Un giocatore dalle doti indiscusse come l'argentino, tuttavia, è in grado di rendere a dovere anche giocando in posizione più arretrata. Serve però la convinzione nei propri mezzi, l'umiltà di non essere il primo della classe e, appunto, un'ottima condizione atletica. Zarate sembra aver capito che la non convocazione per la gara di Pescara non è stata una bocciatura definitiva. Come non lo sarà quella che, eventualmente, potrebbe arrivare con il Milan, anche se il dubbio verrà svelato solamente al momento della pubblicazione della lista da parte di Petkovic. Tra campionato, Europa League e Coppa Italia, il talento di Haedo ha almeno sedici partite di fronte a sé: il primo traguardo, infatti, sarà per forza di cose la sosta per Natale. Al ritorno in campo, infatti, il nuovo anno coinciderà con l'inizio della sessione invernale del mercato. Dalla Francia (sponda Olympique Marsiglia), ma anche dalla Spagna e dall'Inghilterra rimbalzano voci di interessamento. Lasciare di nuovo la Capitale, però, sarebbe una scommessa troppo grande da perdere. Il cammino non è semplice, di rivali davanti Zarate ne ha molti: Miroslav Klose è intoccabile lì davanti, il suo vice designato è Sergio Floccari. Le carte da giocarsi, però, Maurito ce le ha. Con un personal trainer accanto, ma soprattutto con la voglia di mettersi a lavorare sodo, la strada potrà apparire meno dura.

Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it

lunedì 8 ottobre 2012

Ecco le convocazioni di Prandelli - Candreva torna in azzurro.

Convocato! Antonio Candreva è l'unico biancoceleste convocato in Nazionale Italiana. Il ct Prandelli ha diramato le convocazioni, e il centrocampista romano è stato scelto e vestirà nuovamente la maglia azzurra. Niente Marchetti, ma per Candreva la trasferta di Pescara si tinge di azzurro. Di nuovo, finalmente. La Nazionale, come riporta il sito della FIGC, che si radunerà alle 12.30 di domani a Coverciano, arriverà a Yerevan nella serata di mercoledì, con circa 48 ore di anticipo rispetto alla gara con l’Armenia in programma venerdì alle 19 ora italiana. Una scelta, quella di raggiungere l’Armenia già all’antivigilia del match, dettata dalla lunghezza del viaggio (4 ore) che attende la squadra.
 
Questa la lista dei convocati:

Portieri: Buffon (Juventus), De Sanctis (Napoli), Sirigu (Paris St. Germain), Viviano (Fiorentina);
Difensori: Abate (Milan), Balzaretti (Roma), Barzagli (Juventus), Bonucci (Juventus), Chiellini (Juventus), Criscito (Zenit St. Pietroburgo), Maggio (Napoli), Ogbonna (Torino), Ranocchia (Inter);
Centrocampisti: Candreva (Lazio), De Rossi (Roma), Diamanti (Bologna), Giaccherini (Juventus), Marchisio (Juventus), Montolivo (Milan), Pirlo (Juventus), Verratti (Paris St. Germain);
Attaccanti: Balotelli (Manchester City), Destro (Roma), El Shaarawy (Milan), Gilardino (Bologna), Giovinco (Juventus), Osvaldo (Roma).

In casa Candreva, la bottiglia di champagne può essere finalmente tolta dalla ghiacciaia e stappata. La tanto agognata, quanto meritata, chiamata in Nazionale è arrivata. E' lo stesso centrocampista biancoceleste a celebrare questa giornata per lui indimenticabile: "Questa convocazione è un premio al lavoro svolto in comunione con la squadra e lo staff tecnico - sono le parole del numero 87 rilasciate al sito ufficiale biancoceleste -. Ringrazio tutti, compresi i tifosi della Lazio, per il sostegno che mi hanno dato e mi daranno in futuro. Spero di portare in alto i colori azzurri sin dalle prossime gare di qualificazione ai prossimi Mondiali".

Fonte: Luca Capriotti /Lalaziosiamonoi

Hernanes e Klose - Il tandem che fa sognare la Lazio


Klose ed Hernanes la premiata ditta del gol colpisce ancora. E come riporta l’articolo del Corriere dello Sport a cura di Fabrizio Patania, quando fanno i gol in coppia la Lazio vince sempre. È la nona volta che succede, da quando i due giocano insieme. Una costante inaugurata lo scorso anno con Reja e che in questa stagione si è ripresentata contro il Mura (un gol a testa), il Chievo (doppietta di Hernanes e gol di Klose) e poi ieri con il Pescara a parti invertite (gol di Hernanes e doppietta di Klose). Insieme i due hanno già messo a segno 9 gol, più di tutto il Milan e  di tutta la Fiorentina. La serie era cominciata nella passata stagione, nei play off di Europa League con i macedoni del Rabotnicki. E in campionato si erano esaltati: un gol a testa a Cesena nella notte della svolta per Reja, che si era dimesso tre giorni prima. E poi ancora a Firenze e nel derby con la Roma. Quindi a gennaio con l’Atalanta (2-0) all’Olimpico e nella trasferta del Bentegodi con il Chievo (0-3).  Va bene il collettivo e lo spirito di gruppo. Ma per vincere le partite servono i campioni. La Lazio ne ha due che si completano a vicenda. Il profeta è la classe allo stato puro, il panzer è il cecchino per eccellenza. E quando tutti e due fanno bene la Lazio vola.

Fonte: Giuliano Corridori-Lalaziosiamonoi.it

venerdì 5 ottobre 2012

La Lazio trionfa anche in Europa, Petkovic soddisfatto: "Squadra inedita, ma ha meritato la vittoria... Hernanes-Ederson? Fanno la differenza"




La Lazio trionfa anche in Europa, vince di misura e con poco sforzo con il Maribor e si attesta in vetta al girone J. Mister Petkovic ha commentato il successo con gli sloveni in conferenza stampa nella pancia dello Stadio Olimpico.
Può dare un giudizio della partita? "Piacevole, viva, con tante occasioni anche troppe per me anche del Maribor. Complimenti agli sloveni, sono una buona squadra, non mi hanno sorpreso ma confermato le mie aspettative. Ma complimenti alla Lazio che ha vinto meritatamente, anche se dovevamo chiudere prima la partita"
Una Lazio migliore nel secondo tempo, Floccari è un elemento importante? "Non era facile assemblare giocatori nuovi, era una squadra nuova ma abbiamo dimostrato che abbiamo meritato la vittoria. Floccari come altri è stato parte di questo successo"
Come sta la squadra? Che livello ha questo girone? "Era una squadra da oliare, inedita, la conferma della nostra forza è arrivata nella ripresa. Sapevo che questo girone era forte, ma anche il Maribor ha dimostrato di non essere la squadra peggiore. Non guardiamo la classifica, la vittoria è importante per il morale"
Candreva è da Nazionale? "Non mi piace fare pressione, l'importante è che lo dimostri sul campo"
Come sono andati Ederson-Hernanes? "Sono andati bene, hanno avuti molti palloni e buona condizione fisica. Sta tornando anche Hernanes dopo l'infortunio. Possono fare la differenza anche insieme".

Fonte: Giorgia Baldinacci - Lalaziosiamonoi.it

lunedì 17 settembre 2012

Hernanes super e la Lazio vola!

Vince e convince, di fame dimostra di averne tanta. Petkovic è accontentato, la Lazio espunga Verona con personalità e si prende la terza vittoria in tre gare. Petko eguaglia Maestrelli: solo il maestro, fino ad oggi, era riuscito a vincere le prime tre gare di un campionato. Era la stagione 74/75 e la Lazio giocava con lo Scudetto sul petto. La Lazio di oggi, invece, è una squadra nuova, che propone un calcio piacevole e vincente. Petkovic ha disegnato un collettivo compatto, dove tutti interpretano il proprio compito al meglio e i fuoriclasse illuminano la scena con giocate abbaglianti. A Verona è Hernanes a trascinare la Lazio. Il Profeta s'inventa il vantaggio, propizia il raddoppio e chiude la partita con un altro lampo. Attenzione, però, nella Lazio è il gruppo che esalta il singolo, non il contrario. Il Chievo è impotente, ci prova, ci mette il cuore, ma sbatte sul muro alzato dai biancocelesti. Terzo acuto, terza vittoria consecutiva e primo posto in classifica. Petkovic può sorridere. E ora il Tottenham.

PRIMO TEMPO - Alla ricerca della continuità. L'ha invocata Petkovic, non vuole fermarsi. La Lazio arriva a Verona con tante certezze e l'intenzione di continuare a cavalcare l'onda lunga delle vittorie contro Atalanta e Palermo. Il Chievo, dal canto suo, è reduce dalla sconfitta contro il Parma. Di Carlo spera di sfatare il tabù Lazio che, al Bentegodi, non perde da sei incroci conscutivi. I padroni di casa si affida al solito e collaudato 4-3-1-2. Dainelli e Cesar guidano la difesa, in mediana spazio alla regia di Rigoni con Hetemaj e Luciano ai suoi lati. Di Michele e Pellissier sono le punte, con Thereau a supporto. Petkovic ripresenta il 4-1-4-1 e l'unica novità rispetto alla gara contro il Palermo è la presenza di Cavanda sull'out di sinistra, al posto dell'infortunato Lulic. Le chiavi della difesa sono affidate ancora a Biava e Dias. In mediana è Ledesma a tenere in mano la regia, con Gonzalez ed Hernanes intermedi. Candreva e Mauri esterni pronti a supportare Klose. Il Chievo prova a imprimere il proprio ritmo alla gara, ma al 5' è il lampo di Hernanes a squarciarla. Il Profeta riceve palla ai 25 metri, doppio passo per liberarsi di un paio di avversari e sinistro piazzato che non lascia scampo a Sorrentino. Domina la Lazio, Candreva ed Hernanes imperversano sulla trequarti avversaria, Klose e Mauri lavorano in modo sapiente e non danno punti di riferimento ai centrali del Chievo. I gialloblu sono in difficoltà, non riescono a imbastire la manovra e quando Klose mette il turbo e serve Candreva al centro, ci vuole un salvataggio fortunoso di Cesar per evitare il raddoppio biancoceleste. Dopo trenta minuti si fa vivo il Chievo con una sventola di Hetemaj che si spegne, di poco, sul fondo. Il tiro del centrocampista finlandese scuote i clivensi, ma è un pasticcio di Dias a spianare la strada a Di Michele, ci pensa Marchetti a salvare il vantaggio laziale. Nel momento migliore del Chievo, però, è sempre Hernanes ad accendere la luce e spaccare in due la partita: il Profeta salta Cesar come fosse un birillo, s'invola e tira, Sorrentino respinge ma il tap-in di Klose è letale. Terzo gol in tre partite per il tedesco. La Lazio corona una supremazia evidente, a tratti totale.

SECONDO TEMPO - Un fastidio muscolare costringe Konko ad alzare banidera bianca. Al suo posto Scaloni. Il Chievo parte forte, alla ricerca del gol che potrebbe riaprire la gara.  Il Chievo colleziona calci d'angolo, ci prova con Di Michele ma il suo tiro dalla distanza non crea pericoli. La Lazio gestisce gioco e forze anche in vista della sfida, di giovedì, contro il Tottenham. La squadra di Petkovic amministra e anzi spreca in contropiede. Il Chievo ha cuore, non si arrende e sfiora il gol del 1-2 prima con Cesar e poi con Moscardelli. Prima il difensore sloveno spreca su azione d'angolo, poi l'attaccante (entrato al posto di Di Michele) calcia fuori da buona posizione. Petkovic sceglie Cana al posto di un esausto Gonzalez. L'albanese si piazza accanto a Ledesma, meno dinamismo ma più protezione in mezzo. Il Chievo, però, deve fare ancora i conti con il ciclone Hernanes. Il Profeta è implacabile, fa tutto da solo, resiste alla trattenuta di Rigoni e da posizione defilata infila ancora Sorrentino. E' un Hernanes infinito quello che possono ammirare i 200 tifosi biancocelesti accorsi a Verona. Il brasiliano gioca a tutto campo, incanta con giocate sopraffine, morde le caviglie avversarie quando c'è da difendere. Sullo 0-3 è tempo di esordio per Ederson che subentra a Candreva. Il Chievo è tramortito e solo un rigore dubbio (leggera trattenuta di Biava su Sardo), fischiato da Rizzoli, lo rianima. Pellissier trasforma. E' il primo gol subìto in campionato. I gialloblu ci provano ma Marchetti non corre più rischi. La Lazio infila la terza vittoria in campionato. Nel segno di Hernanes.

Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it

giovedì 16 agosto 2012

ND MURA 05 - LAZIO - Designazione arbitrale

La gara tra gli sloveni del ND Mura 05 e la Lazio, valevole per l'andata del Playoff di Europa League in programma il 23 agosto 2012, sarà diretta dal nordirlandese Mark Courtney.

Lazio Malmoe - Probabili formazioni

La Lazio lavora intensamente in attesa del Playoff di Europa League in programma il 23 agosto 2012. La squadra si è allenata anche ieri, Ferragosto. Questa sera è in programma allo stadio Olimpico l'amichevole Lazio-Malmoe. Nella Lazio saranno assenti i giocatori che sono stati convocati con le rispettive nazionali (Cana, Lulic, Gonzalez, Alfaro, Klose e Kozac) e queste sono le probabili formazioni:



LAZIO (4-2-3-1) Marchetti; Konko, Biava, Dias, Cavanda; Onazi, Ledesma; Candreva, Hernanes, Mauri; Zarate.  A disp.: Bizzarri, Zauri, Diakitè, Radu, Rozzi, Floccari, Rocchi.  All. Petkovic.
MALMOE (4-4-2) Dahlin; Albornoz, Jansson, Andersson, Ricardinho; Hamad, Halsti, Figueiredo, Thern; Ranegie, Larsson. All. Norling.

martedì 14 agosto 2012

Buon Ferragosto!!

La redazione di laziolazio augura a tutti un 

BUON FERRAGOSTO

Lista di convocati per il playoff di Europa League

Come pubblicato sul sito ufficiale della Lazio, ecco la lista Uefa per il Playoff di Europa League in programma il 23 agosto 2012 in Slovenia e il 30 agosto 2012 all'Olimpico:
PORTIERI: 16 Berardi, 1 Bizzarri, 22 Marchetti.

DIFENSORI: 20 Biava, 39 Cavanda, 21 Diakitè, 3 Andrè Dias, 29 Konko, 26 Radu, 5 Scaloni.


CENTROCAMPISTI: 87 Candreva, 38 Cataldi, 8 Hernanes, 15 Gonzalez, 24 Ledesma, 27 Cana, 19 Lulic, 6 Mauri, 23 Onazi.


ATTACCANTI: 99 Floccari, 11 Klose, 18 Kozak, 9 Rocchi, 25 Rozzi, 10 Zarate

Oggi doppia seduta in vista del Malmoe

Come riportato nell'edizione odierna del "Corriere dello Sport", oggi  Petkovic e il gruppo si ritroveranno al Centro Sportivo di Formello per una doppia seduta di allenamento. I giocatori della Lazio, si alleneranno anche domani mattina in vista della sfida di giovedì sera contro il Malmoe, che sarà il preludio del Playoff di Europa League in programma il 23 agosto in Slovenia. Sono sei gli elementi non disponibili giovedì per la Lazio, perchè convocati con le rispettive nazionali:
Klose  dalla Germania, Kozak convocato dalla Repubblica Ceca, Gonzalez e Alfaro dall' Uruguay, Cana dall'Albania e Lulic dalla Bosnia.   

Esce Hernanes Entra...

31 partite la scorsa stagione, 21 cambi, solo sei partite giocate a tempo pieno, non è solo Petkovic ad interrogarsi su Hernanes, già Reja aveva detto la sua con i fatti sull'argomento 'Hernanes-rendimento': esce Hernanes, entra.. Forse fosse rimasto Reja, come riporta il Corriere dello Sport, Hernanes avrebbe chiesto la cessione, Petkovic lo ritiene un caposaldo, ma certo nel 4-4-2 farlo giocare insieme ad un solo mediano di copertura è un azzardo, e nella Petkovisione il pressing parte già dalle punte, figurarsi dal trequartista. Pressing, non certo il pane preferito del brasiliano per caratteristiche. Sostituito con Mauri contro il Getafe, con il rientro di Ederson il brasiliano è tutto meno che titolare inamovibile: sta a lui dimostrare di meritare il posto. Non tutti sono leader, ci sono momenti in cui la concorrenza preme forte, e bisogna dimostrare il proprio valore.

Fonte: Luca Capriotti - Lalaziosiamonoi.it

Diakite - E' rottura

Diakité non vuole rinnovare. È ormai da qualche giorno che questa notizia  circola nell’ambiente biancoceleste e continuano ad arrivare conferme. Come spiegato in esclusiva dalla redazione de "lalaziosiamonoi.it" nella giornata di ieri, il difensore francese non vuole smuoversi dalla richiesta del milione di euro, e Lotito, rimasto fermo all’ultima offerta di 650.000 euro, non è intenzionato a esaudire le sue richieste. Ormai tra le parti è rottura. Pur di non vederselo sfilare il prossimo anno a parametro zero, la Lazio adesso vuole venderlo il prima possibile. Mentre il Corriere dello Sport prospetta la soluzione granata del Torino, la Gazzetta dello Sport ipotizza delle soluzioni russe (sicuramente più redditizie per il giocatore) rappresentate da Zenit San Pietroburgo e Rubin Kazan. Sempre sulla rosea, in attesa di avere novità da Granqvist, è anche indicato il possibile sostituto: si tratta di Capuano del Pescara. Il difensore era già stato seguito in passato e potrebbe essere inserito in un’eventuale cessione di Foggia agli abruzzesi, che non hanno nemmeno abbandonato definitivamente il sogno Kozak. Per l’attacco spunta anche un nome nuovo: è il norvegese Mohammed Abdellaoue dell’Hannover. Il 26enne, alto 1.82 può giocare sia prima che seconda punta e potrebbe essere la riserva di Miroslav Klose. L’anno scorso ha segnato 11 reti in Bundesliga e alte 3 le ha realizzate in Coppa. Il suo valore di mercato si aggira sui 7 milioni di euro, ma è difficile che la Lazio decida di puntare su di lui visto che, avendo già giocato entrambe le partite tra Hannover e St. Patricks del terzo turno preliminare di Europa League, non potrebbe giocare la stessa competizione con i biancocelesti se non da gennaio.

Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport la Lazio, torna alla carica per Granqvist, nonostante la trattativa sia stata bloccata dalla dirigenza e dall'allenatore rossoblu, Lotito non demorde e cerca il rilancio, anche se il club del presidente Preziosi gioca al rialzo e vorrebbe chiudere a cinque o sei milioni di euro. La Lazio dal canto suo rivendicherebbe i tre milioni sfumati dal mancato riscatto di Sculli, e vorrebbe inserire anche l'argentino Carrizo nella trattativa. Lo stesso calciatore, starebbe spingendo per trasferirsi in maglia biancoceleste. L'operazione è complicata, ma ancora aperta. La Lazio intanto si guarda attorno, e scruta le possibili alternativa, oltre a Xandao, ai biancocelesti è stato proposto il possente difensore centrale dell'International, Rodrigo Moledo. Il difensore brasiliano, può essere acquistato per meno di quattro milioni, ma a bloccare la Lazio, ci sarebbe il suo status da extracomunitario. A tenere banco ormai da settimane è la questione esterno sinistro, e se si continua a seguire Dennis Aogo dell'Amburgo, come anticipato in Esclusiva dalla redazione di "lalaziosiamonoi.it" il nome nuovo potrebbe essere Zakarya Bergdich, esterno franco-marocchino del Lens.

Fonte: Lalaziosiamonoi.it

Tare - il caso Marin e il mercato!

Sul pullman per Rivisondoli, dieci giorni fa, all'alba del ritiro della nuova Primavera, mancava solo lui all'appello. Vlad Marin aveva già compiuto la sua scelta, aveva ceduto alle sirene provenienti dalla terra d'Albione, sedotto dal fascino dell'Academy di un club in ascesa come il Manchester City. Nubi all'orizzonte, fino a quel momento, Bollini, allenatore che in lui ha sempre creduto, lo aveva lanciato nelle final-eight di Gubbio. Lui, Vlad, aveva cominciato la stagione agli ordini di Simone Inzaghi, tra le fila degli Allievi Nazionali. Poi il salto in Primavera, a campionato in corso: i primi spezzoni, le prime prove convincenti. Ha scalato posizioni Marin, Bollini si è convinto e ne ha fatto parte integrante del gruppo che ha lanciato l'assalto allo Scudetto, poi sfumato nella finale con l'Inter. Nessuno si aspettava l'addio in società, nessuno si sarebbe aspettato anche certe lezioni da alcuni agenti. Igli Tare, in Esclusiva ai microfoni di lalaziosiamonoi.it, non usa mezzi termini: "Io credo che più delle parole, siano importanti i fatti -ha dichiarato il diretto sportivo biancoceleste- e i fatti dicono che nessuna società in Italia ha schierato titolare fisso un ragazzo del '95 durante le finali scudetto. La Lazio ha dimostrato di credere nel ragazzo, ma è pur vero che lui era in Primavera da soli quattro mesi e come altri stava portando avanti un percorso, anche se le qualità erano importanti. Marin ha giocato sotto età e la società ha dimostrato di credere in lui, parlano i fatti". Il comportamento di alcuni protagonisti dell'operazione, non è piaciuto dalle parti di Formello. Ci si aspettava chiarezza, un comportamento più limpido: "Se andate a vedere la procedura con i quali sono stati acquistati i giovani stranieri dalla Lazio. Prima sono state contattate le società, ci si è accordati con i club per fare dei provini ottenendo tutti i permessi e dopo aver trovato l'accordo economico e allora questi giovani sono passati alla Lazio. Il caso Marin non ha niente a che fare con la lealtà. Io credo che sia stata data priorità all'aspetto economico e non alla crescita del ragazzo. Non è vero che alla Lazio, ogni anno, si perdono tre o quattro prospetti, questo è un caso particolare, dove non c'è stata correttezza. Qualcuno doveva chiamarci e chiedere quali fosser le nostre intenzioni, i nostri progetti sul ragazzo. Se fosse stato fatto questo discorso e non ci fossero state risposte adeguate, allora potrei anche capire. Ma così...". E' rammaricato Tare, è convinto che la Lazio meritasse un trattamento diverso, un approccio più rispettoso da tutte le parti in causa. Nei giorni scorsi si è parlato di attacco a Mancini, Tare frena. "Io non credo che Mancini abbia il tempo per queste situazioni, purtroppo ci sono altre persone che lavorano in modo particolare. Poi quello che conta sono le parole dell'allenatore (Bollini ndr) e se chiedete al mister vi dirà che il giocatore fino al giorno della partenza per il ritiro, si era presentato agli allenamenti. Anche da questo si vede chi lavora in modo corretto e chi no e queste cose lasciano perplessi. Prendete l'esempio di Tommasone: quello è un caso completamente diverso. Lì c'è stata anche una valtuazione tecnica. Abbiamo Rozzi, Keita, Tira, Vivacqua e Lombardi. Quindi la società ha dovuto fare una scelta".  Non solo Marin, però. Anzi. La Primavera regala indicazioni più che positive. Dal ritiro di Rivisondoli, Bollini ha tratto spunti importanti. La squadra risponde bene, i nuovi si stanno integrando al meglio nel credo tattico dell'allenatore di Poggio Rusco. Il suo 4-3-3 è modulo che esalta i giocatori di talento. Talento che certo non manca a Milos Antic, centrocampista dell'Under 18 serba (in possesso del passaporto svizzero), prelevato dal Grasshopper. Ne parlano come di uno dei maggiori talenti in circolazione. Un colpaccio. "Sì è vero, lo abbiamo preso ed è un ragazzo molto forte e di prospettiva. Vedrete".

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Dalla Primavera alla prima squadra, il passo è breve. La Lazio vive giorni bollenti, non solo per i vari "Nerone", "Caronte" e "Caligola". L'amichevole persa contro il Getafe ha lasciato qualche strascico. La quarta sconfitta, in altrettante gare di un certo livello, ha preoccupato Petkovic che si è sfogato in conferenza stampa, chiamando a raccolta la squadra. Tare, però, spende parole di stima nei confronti sia dei giocatori, che del tecnico: "Lo dicono i fatti: questa è una squadra che quando ha fame, quando ha la voglia giusta può fare ottime cose e battere chiunque. Questo non vuol dire che la società sia seduta ad aspettare, siamo consapevoli di dover fare alcune cose che, però, devono essere fatte bene. Noi dobbiamo muoverci nell'interesse della squadra. Bisogna avere la pazienza di aspettare, si deve avere fiducia nella squadra e nel nuovo staff. Non si possono dare giudizi ad agosto". Le polemiche, in questi giorni, non sono mancate. Il mancato arrivo di alcuni giocatori che -da tempo- erano stati accostati alla Lazio, ha procurato sconforto tra i tifosi. Al 13 agosto è arrivato il solo Ederson, ma Tare rilancia: "Io credo che la differenza tra noi e le squadre che ora vengono incensate per il mercato portato avanti fino adesso è che queste -negli ultimi anni- ci sono sempre state dietro. Io sono convinto che la rosa della Lazio sia già buona, questo non toglie che la società è consapevole di dover intervenire. La squadra, però, va rinforzata nel modo giusto, non dobbiamo prendere giocatori per fare numero. Dobbiamo intervenire per migliorare la rosa a livello di caratteristiche. In questo mercato ci sono stati tanti episodi sfavorevoli e non fallimenti. Putroppo ci sono trattative che vanno bene e altre meno, ma questo non toglie che questa è una buona squadra e purtroppo ho sentito tante critiche che -a volte- sono state strumentali". Granqvist, Xandao o un terzino sinistro. I nomi fatti sono tanti ma il ds della Lazio glissa, non vuole scoprire le carte: "Io non ho mai detto che Xandao è un'alternativa. Ho detto che potrebbe essere, ma in questo momento non è lui. Radu al centro e acquisto di un terzino? La Lazio sta valutando tutte le situazioni, vediamo...". Diciotto giorni al 31 agosto, diciotto giorni prima di tracciare un bilancio. La Lazio lavora per confermarsi ai piani alti.

Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it

lunedì 13 agosto 2012

Terzino, centrale e punta - il trittico che manca

Un terzino sinistro, un difensore centrale e, all'occorrenza, una punta. Il tridente sulla lista della spesa biancoceleste è ormai noto anche alle persone più indifferenti al calcio. Circostanza accentuata dal fatto che queste tre caselle, a meno di venti giorni dalla fine del mercato, rimangono ancora vuote. Ederson, novello Adamo, ancora deve trovare il suo partner sotto la voce “Nuovi acquisti”. L'urgenza di un intervento, come riconosciuto da tutti, spetta al terzino sinistro. Anche la ricerca di un centrale da affiancare a Dias, Biava e Diakitè, però, non è da meno a livello d'importanza. Sulla necessità di un nuovo attaccante, si potrebbe disquisire per ore e ore, argomentando che in rosa ci sono già Klose, Zarate, Rocchi, Floccari e Kozak. Resta il fatto che la prima parte del mercato biancoceleste è stata catalizzata dal “Burak Yilmaz Show”: spettacolo in cui la punta turca aveva già fatto le valigie per Roma, poi aveva comprato il biglietto aereo per Mosca, infine ha fatto un piccolo balzo e dal Trabzonspor si è accasato al Galatasaray. In quei giorni, pertanto, era lampante che una punta servisse, eccome. Arrivati al 13 agosto, quindi, il trittico delle lacune da colmare rimane: terzino sinistro, difensore centrale e un attaccante. Non è un caso, allora, che lo stesso trittico sia stato proposto al gran completo alla dirigenza biancoceleste. Secondo indiscrezioni raccolte in esclusiva da Lalaziosiamonoi.it, la scorsa settimana Lotito e Tare hanno ricevuto tre giovani candidature: il primo nome è quello di Zakarya Bergdich, terzino sinistro del Lens; si passa quindi a Fricson Rafael Erazo, difensore centrale del Barcelona Sporting Club, squadra dell'Ecuador; per l'attacco, invece, il nome è quello di Ryan Isaac Mendes Da Graca, o semplicemente Ryan Mendes, attaccante del Le Havre.

BERGDICH - Partiamo dal primo: Zakarya Bergdich nasce a Parigi nel 1989, da una famiglia di ogirini marocchine. Cresciuto nelle giovanili dello Strasburgo e del Crèteil, il Lens lo ha pescato nel 2010 dall'Alfortville. Fino all'inizio della scorsa stagione, ha fatto la spola tra la prima squadra e il Lens II, team B del club transalpino. Entrato in pianta stabile con i “grandi”, nell'ultima stagione ha totalizzato 25 presenze. Sempre lo scorso anno, ha deciso di rispondere alla chiamata dell'Under 21 del Marocco: tre convocazioni per lui, poi il passaggio all'Under 23 e infine il salto nella nazionale maggiore, con cui ha già collezionato 4 presenze. Con la selezione del Paese nordafricano ha recentemente partecipato alle Olimpiadi di Londra, da cui il Marocco è stato eliminato nel girone eliminatorio. La sua valutazione dovrebbe aggirarsi attorno al milione-milione e mezzo di euro, ma ha il contratto in scadenza nel 2013 e su di lui c'è l'interesse accentuato anche di un altro club di Serie A.

ERAZO - Dalla Francia all'Ecuador: a Quito, capitale dello Stato sudamericano, gioca Fricson Rafael Erazo. Classe '88, con i suoi 190 cm è il classico centrale dominante. Nell'ultima stagione ha indossato la maglia del Barcelona Sporting Club: 26 presenze e 2 reti per lui, oltre a due apparizioni nella Copa Sudamerica (la nostra Europa League). Già nell'estate del 2011 Erazo si era messo in mostra con la sua nazionale in occasione della Copa America, attirando su di sé le attenzioni di diversi club europei. In Sud America è molto stimato. Si era parlato anche di un interessamento della Lazio, ma in realtà non sembra ci sia stato nulla di concreto. Attualmente il suo cartellino è valutato circa due milioni di euro.

MENDES - Dall'Ecuador, di nuovo il salto in Francia: Ryan Mendes è un attaccante di 22 anni, alto 178 cm e capace di giocare sia come punta centrale che come seconda punta. In possesso del passaporto francese, la giovane punta del Le Havre è nato a Capo Verde, in Africa. Con la nazionale del suo Paese ha finora collezionato 9 presenze. Anche nel suo caso, sono due i milioni di euro stimati per il cartellino, ma il suo contratto scade la prossima estate. Su di lui avrebbero messo gli occhi i maggiori club della Ligue 1, che sarebbero in attesa della sua definitiva maturazione per muoversi.

A metà della scorsa settimana, Lotito e Tare hanno avuto un incontro con l' intermediario che cura gli interessi di tutti e tre i giocatori: è Matteo Fittavolini, con un'esperienza di team manager del Siena alle spalle. Durante il meeting, il ds biancoceleste avrebbe mostrato interesse per i nomi proposti, in particolare per Bergdich. A questo primo incontro potrebbero seguire altri contatti, anche se la Lazio deve ancora valutare se seguire almeno una di queste tre piste e, nel caso, se approfondire il discorso già in questa sessione di mercato. Sulla carta, il trittico terzino sinistro-difensore centrale-punta sarebbe pronto e composto da giovani di valore: per fare il salto di qualità, tuttavia, questa Lazio ha bisogno di innesti di sicura affidabilità ed esperienza. Quelli che finora la dirigenza biancoceleste – vedi Granqvist, Balzaretti e in parte Yilmaz - non è riuscita ad acquistare. Sistemate queste lacune, allora, ogni rinforzo giovane e di prospettiva non sarebbe disdegnato.

Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it

Milos Antic - Conosciamolo

Milos Antic con la magia del Grasshopper
La Lazio ha acquistato il centrocampista serbo con cittadinanza svizzera Milos Antic. Proviamo a conoscerlo.


Centrocampista.
Nato in Serbia il 28 ottobre 1994.
Nazionale Under 18 della Serbia.
E' considerato una promessa del calcio giovanile gioca a centrocampo ma, grazie alla sua velocità, non disdegna frequenti inserimenti in attacco.
La Lazio lo utilizzerà nella squadra Primavera.


Fonte e Foto: LazioWiki.org

Granqvist - Non è finita

Come già annunciato, è iniziata la telenovela Granqvist.
La speranza è intatta: «Mi auguro si sblocchi l’affare Granqvist» , bisbiglia il ds Tare. La Lazio si muove a fari spenti, Lotito ha riscaldato il rapporto con Preziosi nel week-end. L’ha chiamato, ha chiarito, aspetta un segnale. Confida che il difensore svedese possa ancora sbarcare a Formello. Ha alzato la posta: nelle casse rossoblù entrerebbero 2 milioni - per il riscatto - e il cartellino di Sculli (che il Genoa però non vorrebbe). Ovviamente, solo se accettassero l’offerta sotto la Lanterna. Granqvist scalpita: «Il ragazzo vuole venire alla Lazio perché sa che approderebbe in un grande club» , confida Tare. In costante contatto col manager Martin Dahlin. Eppure sempre vigile sul mercato. La beffa rimane dietro l’angolo, ormai bisogna prevederla: «L’alternativa potrebbe essere Xandao» . Congelato da tempo, si sta però orientando altrove.
Rilancio. Soft, ma c’è. Lotito non può farsi sfuggire pure Granqvist: «Era tutto fatto col Genoa, poi qualcosa s’è bloccato. Ma non per colpa nostra» , assicura il ds Tare. Capricci economici, poi scelta tecnica. Roba da matti. Perché sino a pochi giorni fa, Granqvist era ai margini della rosa. Improvvisamente è diventato incedibile e sul mercato è finito Von Bergen. Lo svedese è furioso, ma sta provando a mantenere la calma. E’ in pressing su Preziosi, vuole convincerlo a cedere.
C’è una duplice trattativa. Granqvist da una parte, Lotito dall’altra. Stanno discutendo col presidente rossoblù. E’ iniziata un’opera diplomatica. Perché il numero uno biancoceleste irritato, dopo il dietrofront all’accordo raggiunto a Forte dei Marmi, s’era irrigidito nel silenzio. Da sabato sera ha ripreso a parlare col “vecchio” amico, ha alzato di poco l’offerta per chiudere una volta per tutte l’affare. Doveva rientrare Carrizo, inizialmente. Alla fine il Genoa ha bloccato La Manna. Porta blindata e “Gran Arquero” rigettato. Lotito non ha però il tempo d’offendersi, deve correre per dare a Petkovic un rinforzo in difesa. Per questo, dopo la quarta sconfitta, sabato sera ha alzato il telefono e richiamato Preziosi.
«L’alternativa rimane Xandao» , sussurra Tare. In realtà, il brasiliano dello Sporting ha già aspettato sin troppo. Il ds albanese lo aveva messo in standby, adesso è risentito: «La Lazio ci ha fatto un’offerta e ci abbiamo pensato. La trattativa non è più decollata - rivela l’agente Rivellino - ma ha contato parecchio la volontà del mio assistito» . Il difensore s’è forse raffreddato in freezer. Al ds Tare piace parecchio anche Slobodan Rajkovic, 23 anni, centrale serbo dell'Amburgo. Occhio sempre a Rever, a sorpresa è spuntato poi Rodrigo Moledo dell'Internacional Porto Alegre. Marcantonio classe ‘87, rivelazione della Libertadores, è in scadenza nel 2014.

CAPITOLO CESSIONI
C’è sempre il Levante su Alfaro: «Sì, ma il presidente Lotito vuole darlo in prestito oneroso e in Spagna c’è una crisi peggiore della nostra» , spiega il procuratore D’Ippolito. Per fortuna, non mancano estimatori nel Bel Paese: «In Italia ci sono anche Chievo, Bologna e Pescara» . A proposito, Sebastiani non dimentica Foggia: nuovi contatti per il folletto partenopeo, può riaprirsi l’operazione in uscita. Era una fantasma - come Matuzalem - sabato sera alla presentazione all’Olimpico. A Pescara Stroppa gli ridarebbe consistenza e una luce. E’ un suo pupillo.

Fonte: Cittaceleste.it

L'Africa Power conquista Petkovic

Le uniche note liete di questa Lazio. La gara con il Getafe, oltre a lanciare l’allarme sull’atteggiamento della formazione di Petkovic, ha messo in evidenza le prove gagliarde di due giovani africani: Cavanda e Onazi. Angolano il primo, nigeriano il secondo, stanno conquistando la fiducia del nuovo allenatore biancoceleste a suon di buone prestazioni. Entro oggi la Lazio deve consegnare all'Uefa la lista per il preliminare di Europa League. Cavanda e Onazi ci saranno, ma questa è una notizia fino a un certo punto. Lo è di più che entrambi hanno grandi chance di partire titolari contro gli sloveni del Mura 05.  Quello riportato da Stoppini per La Gazzetta dello Sport era uno scenario impensabile fino a un paio di settimane fa. Dopo il test di Salerno, contro il Getafe Cavanda ha disputato la seconda gara consecutiva dal primo minuto, e ancora da terzino sinistro. La sfida di giovedì con il Malmoe diventa per Cavanda un ulteriore test, ma ad oggi il titolare della fascia sinistra è lui. Anche Onazi spera di arrivare in alto: l'accoppiata Ledesma-Cana non pare decollare. E considerato un Brocchi ancora in infermeria e la volontà di insistere sul modulo 4-2-3-1, ecco che l'ex centrocampista della Primavera sta scalando posizioni su posizioni nelle gerarchie di Petkovic. Mancano 10 giorni al preliminare di Europa League, ma ad oggi è giusto considerare Onazi in piena corsa per una maglia in mezzo al campo.

Fonte: Lalaziosiamonoi Redazione

Auguri a Bruno Giordano

Bruno Giordano nasce a Roma il 13 agosto 1956 nello storico quartiere di Trastevere, in Vicolo del Cinque, dove, da bambino, passa le giornate a giocare a pallone fra vicoli, piazze e l'oratorio di Don Orione.


Un trasteverino a Tor di Quinto

E' proprio tra le stradine care al Trilussa ed al Belli che il ragazzo si forgia. Ha due piedi d'oro ed i compagni se lo litigano in squadra. Preferisce più il gioco che lo studio e se ne accorge presto Don Francesco Pizzi, che, tramite un giocatore della Primavera laziale, Temistocle Forti, lo segnala al grande Flacco Flamini il quale lo porta alla Lazio per 30.000 lire e 10 palloni nel 1969. Nella Lazio il giovane Giordano si fa largo in tutte le categorie minori, segnando moltissime reti e uscendo sempre fra gli elogi dei suoi tecnici che vedono in lui una futura promessa. In quegli anni le giovanili della Lazio sono una vera fucina di giovani talenti. E in squadra con lui ci sono giocatori come Lionello Manfredonia, Stefano Di Chiara e Andrea Agostinelli.

L'esordio con rete a Marassi

Tra le persone che si accorgono di lui c'è anche Tommaso Maestrelli che più di una volta lo segue personalmente nelle gare della Primavera ed è pronto a convocarlo in prima squadra per la stagione 1975/76, ma la malattia del Maestro sconvolge questo piano. Fortunatamente è Giulio Corsini, il nuovo allenatore, a portarlo in ritiro ed a lanciarlo nelle prime gare di Coppa Italia al posto di un Chinaglia rimasto negli States per cercare di essere ceduto ai Cosmos New York. E' proprio questa assenza che gli spiana la strada verso la prima squadra e, viste le ottime prove, Corsini lo sceglie per far coppia con Chinaglia rientrato nel frattempo e controvoglia nei ranghi, nella prima partita di campionato contro la Sampdoria.

E' il 5 ottobre 1975 quando Giordano esordisce in Serie A. E miglior esordio non può essere perchè, a tempo scaduto, è proprio una sua rete a regalare la vittoria insperata ai biancocelesti. Il giovanotto, vedendo la rete gonfiarsi scoppia in pianto, incredulo. Il giorno dopo i giornali sono tutti per lui. Viene confermato anche per la partita successiva contro l'Inter, ma deve lasciare il campo al 39' per un infortunio muscolare. Rientra alla 4^ giornata contro il Perugia ed al 64' segna il suo secondo goal in 3 presenze in A. Niente male per un ragazzo alla prima esperienza nella massima serie.

Le cose a livello di squadra, però, non vanno bene. Corsini viene esonerato e Maestrelli torna sulla panchina biancazzurra. Il cambio sulla panchina non giova però al trasteverino che scivola nelle retrovie della squadra, preferito ad altri giocatori che però non convincono nessuno.

Al posto di Chinaglia

Il nome di Giordano riappare così sui taccuini alla 26^ giornata quando siede in panchina a Cesena col numero 14 ma non entrerà in campo. La domenica seguente 25 aprile 1976 si replica e vede giocare al suo idolo Chinaglia l'ultima gara ufficiale in maglia biancazzurra. Maestrelli, che non voleva bruciare il giovane attaccante, non disponendo di una punta centrale, giocoforza affidò a lui la maglia numero 9. La Lazio era con un piede e mezzo in Serie B e giusto un miracolo poteva salvarla. A Firenze contro i Viola, la Lazio perse per 4-3 con onore e Giordano aveva segnato ancora.

Ora c'era la decisiva e proibitiva gara con il Milan. Maestrelli schiera l'asse Re Cecconi, Giordano, D'Amico e Antonio Lopez, e la Lazio dilaga per 4-0, con ancora una rete (la seconda) del trasteverino. Tutto si decide a Como il 16 maggio e quando la Lazio è sotto di due reti a zero, tutto sembra ormai compromesso. Ma è proprio il ragazzo con il numero 9 a dimezzare lo svantaggio. La Lazio poi pareggerà e si salverà, e avrà pure trovato un attaccante degno dei suoi predecessori. Umberto Lenzini, ancora amareggiato per la fuga di Long John, blinda subito il ragazzo e rifiuta le offerte da parte dell'Inter e del Torino ritenendolo incedibile. Giordano intanto si rifugia nella sua amata Ladispoli per passare le vacanze spensierate lontano dai clamori calcistici che ha iniziato ad assaporare. La nuova stagione si prospetta più difficile ma con il nuovo allenatore Vinicio l'intesa è già totale. Viene convocato nella Nazionale Under 21 dove disputa 5 partite.

La stagione 1976/77 vede una squadra rinnovata e più giovane con gli innesti di Lionello Manfredonia, Andrea Agostinelli e Fernando Viola. L'esperienza poi del "traditore giallorosso" Ciccio Cordova, arrivato alla Lazio dopo una lunga polemica per il suo passato da capitano della Roma porta nuove geometrie ed idee tattiche. Giordano ormai fa parte dei titolari e bagna la nuova stagione con una rete che non basterà ad evitare la sconfitta interna per 3-2 contro la Juventus. Una sua rete espugna Firenze alla seconda, poi nulla fino al giorno del derby di andata del 28 novembre 1976, quando regala l'ultima gioia a Maestrelli che ascolta, prima di entrare in coma, per radio la prodezza del centravanti che realizza una rete "impossibile" dalla linea di fondo. Quel derby lo consacra agli occhi dei tifosi. La sera viene intervistato dalla Domenica Sportiva ed in romanesco stretto spiega come è nata la rete. Il ragazzino sta per diventare un campione. Segna reti su reti fino ad arrivare a quota 10 goal che portano la Lazio ad un ottimo 5° posto finale ed alla qualificazione in Coppa UEFA.

Capocannoniere

Ormai è un attaccante affermato e si ripete anche nella stagione 1977/78. Il 2 ottobre 1977 gioca una delle gare più belle della sua carriera quando, grazie alla sua doppietta, la Lazio strapazza la Juventus per 3-0. Il secondo gol, un pallonetto stupendo, entra di diritto nella cineteca del calcio. La Lazio però ha perso un po' di smalto ed il nuovo allenatore Bob Lovati deve faticare non poco per risollevarla. Alla fine arriva un ottavo posto e 12 sono le reti nel carniere. Gioca 5 partite (più un'altra convocazione) con 5 reti nella Nazional Under 21.

Le squadre italiane farebbero follie per averlo, ma Lenzini non cede e il bomber rimane alla Lazio anche se la squadra non è molto forte. E la stagione 1978/79 si rivela quella della consacrazione definitiva per Giordano che sfodera tutto il repertorio segnando di destro, di sinistro e di testa. L'inizio folgorante lo portò alla convocazione con una presenza nella Nazionale B ed a esordire in Nazionale il 5 dicembre 1978, in coppia con Paolo Rossi, entrando al posto di Francesco Graziani contro la Spagna.

La Lazio gioca per lui, il pubblico è affascinato da questo ragazzo che alla fine segnerà la bellezza di 19 reti laureandosi capocannoniere e vincendo il Premio Chevron Sportsman dell'anno. Gioca, da capitano, una partita con la nazionale Olimpica realizzando una doppietta. Il mondo del calcio lo applaude, la Juventus arriva ad offrire quasi 2 miliardi di lire per il suo cartellino, ma non c'è nulla da fare.


La vicenda del calcio-scommesse

Ladispoli è una graziosa cittadina balneare a non meno di mezz'ora di macchina dal centro di Roma. E' qui che due commercianti Massimo Cruciani ed Alvaro Trinca operano i loro affari di ristoratori, ma è anche qui che parte una vicenda dai contorni loschi e nebbiosi. Il campionato della Lazio è altalenante, tra centro classifica e zona retrocessione. Giordano gioca una partita nella Under 21 e due, da capitano, con due reti nella Nazionale Olimpica. Verso l'inizio di febbraio 1980, Lenzini viene a conoscenza del fatto che i due commercianti vogliono indietro alcuni soldi persi nelle scommesse clandestine. A loro dire, alcuni giocatori (tra cui Giordano), si sarebbero accordati con loro, per truccare delle partite, ma poi si sarebbero tirati indietro facendo perdere grosse somme ai due. Lenzini crede però che sia un tentativo di estorsione e si rifiuta di dare soldi ai due ristoratori per il loro silenzio sulla vicenda.

Lo scandalo scoppia il 23 marzo 1980 al termine di Pescara-Lazio, quando all'uscita degli spogliatoi, alcune macchine della Guardia di Finanza attendono il giocatore che viene arrestato assieme a Lionello Manfredonia, Massimo Cacciatori e Pino Wilson. La sera stessa i quattro giocatori vengono portati al carcere romano di Regina Coeli dove vengono detenuti separatamente per alcuni giorni. Il mondo sembra crollare addosso a Giordano. Lui si dichiara estraneo a tutto ma la giustizia sportiva non la pensa così ed al termine del processo sportivo verrà squalificato per 3 anni e 6 mesi con la Lazio retrocessa in Serie B, secondo quanto riportato dai giornali dell'epoca.

Anni tremendi

Per lui sembra essere la fine della carriera ma Lenzini gli offre di continuare ad allenarsi a Tor Di Quinto. Il presidente della Roma Dino Viola arriva addirittura ad offrire un contratto sia all'attaccante che a Manfredonia al buio, e propone una cifra alla Lazio per acquistare i due calciatori, naturalmente molto più bassa del loro reale valore. Giordano rifiuta, come il suo compagno: ha voglia e smania di riscattarsi insieme alla Lazio dopo il pandemonio creato. Nel 1981 rifiuta e fa rifiutare al nuovo presidente Gian Casoni una buona offerta del presidente dell'Udinese Lamberto Mazza che lo vorrebbe nella sua squadra a fine squalifica. I tifosi vedendolo solitario in campo, non lo contestano, anzi scrivono addirittura una supplica al presidente Pertini, chiedendogli di intercedere per perdonargli la leggerezza commessa. Intanto lui continua ad allenarsi a parte, speranzoso di rientrare a giocare il prima possibile.

La Lazio naviga in acque cattive e rischia addirittura la Serie C, la crisi finanziaria è sull'orlo del collasso ed urge un sacrificio. L'occasione arriva dal presidente della Fiorentina, il Conte Pontello, che offre una grossa cifra per avere l'attaccante, visto che si parla di una riduzione della squalifica prima dell'inizio della stagione 1982/83. Le 2 squadre si accordano sui dettagli economici ed a Firenze alcuni giornali danno l'affare per concluso, ma ancora una volta sono i tifosi ad impedire il trasferimento con una contestazione alla Società che a quel punto non si sente più di sfidare la piazza.

Il ritorno in campo

L'estate del 1982 è caratterizzata dai Mondiali di Spagna e Giordano deve vederli in televisione. Sicuramente ci sarebbe stato anche lui fra i 22 giocatori che la sera dell'11 luglio si laureano Campioni del Mondo tra lo stupore generale. Ed è proprio all'indomani di quel trionfo che la F.I.G.C. annuncia l'amnistia generale per gli squalificati che possono così tornare a giocare. Per Giordano e l'amico inseparabile Manfredonia è finalmente giunto il tempo di rimettersi gli scarpini. La Lazio è in Serie B ed ha fatto un enorme sforzo in campagna acquisti per tentare la scalata alla massima serie, pur con pochi soldi a disposizione. Il 12 settembre contro il Campobasso Giordano rientra in campo con la maglia numero 9. Le cose non vanno in realtà bene perchè la squadra arranca, ma alla fine l'allenatore Roberto Clagluna trova la quadratura del cerchio e i biancazzurri, grazie anche alle reti del bomber ritrovato, si portano a lottare per la promozione.

Nelle ultime giornate la situazione si complica e l'allenatore viene esonerato ma Giancarlo Morrone, chiamato al posto di Clagluna, riesce a portare i biancazzurri in Serie A evitando gli spareggi. Giordano vince la classifica dei cannonieri con 18 reti, il Premio Chevron Sportsman dell'anno per la Serie B e gioca due partite come fuori quota (con due reti) nella Nazionale Under 21. Per Giordano è la rivincita dopo anni di buio e per di più ritrova un vecchio compagno come nuovo Presidente: è Giorgio Chinaglia che nel frattempo ha acquistato il pacchetto di maggioranza della Società alla quale promette un ritorno ai fasti del passato.

L'infortunio di Ascoli

La stagione 1983/84 sembra prospettarsi come la nuova consacrazione per Giordano. Torna a giocare in Nazionale ad ottobre contro la Grecia realizzando il suo primo goal in maglia azzurra. Ma come i sogni svaniscono all'alba, ben presto ci si accorge che la squadra creata dal nuovo Presidente non è per niente forte, anzi si ritrova subito nei bassifondi della classifica. Eppure la stagione era iniziata con una roboante vittoria sull'Inter per 3-0, ma poi si era persa, sopraffatta dalle altre squadre che sembrava viaggiassero ad una marcia in più. Paolo Carosi, subentrato a stagione in corso, diede un gioco diverso e pian piano riuscì a far punti, ma la situazione di classifica era comunque difficile. Il 30 dicembre 1983 la Lazio è di scena ad Ascoli e Giordano cerca, sul campo, di dare il meglio di sé stesso anche se è guardato a vista dai terzini marchigiani. Al metà del primo tempo il dramma sportivo ed umano: sono le 14:51 e si gioca da 21 minuti quando lo stopper dell'Ascoli Antonio Bogoni, interviene da dietro colpendo prima Giordano al polpaccio della gamba destra e poi portando il piede sinistro davanti a quello dell'avversario. Un tackle a tenaglia ovvero un'entrata assassina.


Giordano cade in un urlo di dolore che scuote lo stadio ed i giocatori in campo. Esce in barella e lo portano nel nosocomio piceno per le radiografie. Il responso è tremendo: frattura con una prognosi dai 5 agli 8 mesi. Per lui e la squadra in lotta per non retrocedere il colpo è tremendo, ma non si perde d'animo e appena possibile comincia subito la rieducazione e la fisioterapia. Il miracolo è compiuto il 21 aprile 1984, quando in meno di quattro mesi torna in campo e dopo 32 secondi segna la prima rete della Lazio contro il Napoli in una gara drammatica e decisiva vinta per 3-2 dai biancazzurri. Giordano scoppia in lacrime: il campione è ritornato. Le ultime gare vedono la Lazio salvarsi grazie ad altre 2 reti del bomber. Il peggio sembra passato, ma non è così.

Il rapporto incrinato e l'addio alla sua maglia

La Società naviga in brutte acque finanziarie e Chinaglia deve trovare un espediente per salvare il salvabile e creare una squadra degna del nome che porta. Si accorda con la Juventus per le cessioni di Giordano e Manfredonia in cambio dell'attaccante genoano emergente Briaschi, del difensore Massimo Storgato e un bel pacco di miliardi che risolleverebbero le casse. I due giocatori vengono convocati dal Presidente per comunicar loro la notizia e dopo un paio di giorni vanno a colazione dall'Avvocato Gianni Agnelli che vuole conoscerli. Ma qualcosa va storto e i due rifiutano il trasferimento facendo saltare l'accordo ed i nervi di Chinaglia che si trova di nuovo nei guai e spiazzato dalla decisione dei due calciatori.


Anche fra i due giocatori nascono degli screzi, che risultano insanabili. Lo spogliatoio si spacca e tutto precipita. Neanche il ritorno a sorpresa sulla panchina di Juan Carlos Lorenzo prima e di Giancarlo Oddi poi, risollevano le sorti di una squadra che finisce in Serie B già nel girone d'andata, arrivando ultima in campionato. Per Giordano l'avventura laziale finisce qui. Separato in casa accetta l'offerta del Napoli e dopo quasi 20 anni saluta la sua città per trasferirsi alla corte di Maradona.

Con la Lazio colleziona 203 presenze e 86 reti in Campionato.

Campione d'Italia a 200 km da Roma

La nuova fase della sua carriera agonistica si svolse alle pendici del Vesuvio dove riuscì a vincere il primo scudetto per i partenopei nel 1986/87. Costituì il famoso tridente "MaGiCa", prima con Maradona e Carnevale, poi con Maradona e Careca. Tecnicamente Maradona lo considerò il proprio partner ideale. Andò via da Napoli alla fine della stagione 1987/88 dopo un burrascoso litigio con Luciano Moggi D.S. dei campani. Si trasferì all'Ascoli, poi nel Bologna e di nuovo all'Ascoli dove terminò la carriera agonistica nel 1992 e con il quale realizza il suo centesimo goal in Serie A. E proprio in una partita fra Ascoli e Lazio, ultima giornata del campionato 1988/89, Giordano sbagliò un gol fatto che avrebbe significato uno spareggio per non retrocedere in Serie B.


Inizia la carriera di allenatore

Nel gennaio del 1995 disputa alcune partite con il Torrino calcio a 5. Preso il patentino di allenatore, ha allenato diverse squadre di Serie C, tra cui il Monterotondo, il Crotone, la Tivoli, il Frosinone, l'Ancona, la Nocerina, l'Aquila, la Reggiana, il Catanzaro fino ad arrivare all'esordio in Serie A con il Messina nel 2006. Dal 19 aprile 2009 è il nuovo allenatore del Pisa. Subentra all'esonerato Giampiero Ventura con un accordo valido fino al 30 giugno dello stesso anno, non riuscendo però ad evitare la retrocessione della squadra in Prima Divisione. Nel febbraio 2011 subentra all'ex compagno Fernando Orsi alla guida della Ternana in Lega Pro 1 Divisione.

Fonte: LazioWiki.org

Bruno Giordano compie oggi 56 anni


TANTI AUGURI BRUNO

venerdì 10 agosto 2012

Mauri - No denaro No illecito

Come è ormai noto a chi frequenta queste pagine, la questione relativa a Stefano Mauri mi sta molto a cuore.
Non tanto per il fatto che giochi nella Lazio (squadra della quale sono tifoso) quanto per il fatto che sono in maniera categorica garantista e di conseguenza, a livello penale, per quanto mi riguarda, un imputato è innocente fino a che non viene condannato nei tre gradi di giudizio previsti dalla Giustizia Italiana.
Detto ciò, questa mattina, in esclusiva, ai microfoni di RadioSei, è intervenuto il Dott. Mattia Grassani, legale di Omar Milanetto e si è soffermato sulla partita Lazio-Genoa, studiata per difendere il suo assistito, in cui sarebbe coinvolto anche Stefano Mauri.

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 Le dichiarazioni rilasciate dal Dott. Grassani, recitano:
"La revoca della custodia cautelare di Mauri il giorno prima del Riesame di Brescia è sospetta, quando si poteva fare la voce grossa con i deboli si è fatta, poi ci si è ritirati in disparte quando chi protestava contro la voce grossa si stava facendo sentire. Per Lazio-Genoa, non ci sono assolutamente elementi, indizi, riscontri ma nemmeno sospetti di passaggio o proposta  di passaggio di denaro, per cui quello che poteva essere caposaldo di un illecito sportivo manca ab origine, per cui la palla passa alla Procura Federale, a settembre verranno approfondite le attività d'indagine e poi aspettiamo le risultanze dall'ufficio guidato da Stefano Palazzi. Nell'indagine penale, negli incartamenti non ci sono evidenze di un coinvolgimento di natura economica da parte di Mauri e degli altri soggetti coinvolti relativamente a profferte di denaro".
Come dire, in parole povere, no denaro, no scommesse e di conseguenza nessun illecito.
Ai posteri o meglio a Palazzi ed alla Commissione Disciplinare l'ardua sentenza.

ND MURA 05 - Conosciamoli

Il Nogometno Društvo Mura 05 è una società di calcio slovena, con sede nella città di Murska Sobota. È, di fatto, il team che è succeduto al NK Mura, ora non più esistente, che giocò per molte stagioni nella Prva slovenska nogometna liga, la massima divisione del Paese. Dopo il fallimento del 2005 venne escluso dal campionato.

Nella stagione 2011/12 milita nella Prva slovenska nogometna liga, la massima divisione del campionato sloveno dopo 4 giornate è ultima in campionato a 1 punto frutto del pareggio interno rimediato nella prima giornata.

Si è qualificata passando l’ultimo turno, contro l’Arsenal Kiev. Dopo la sconfitta per sul campo per 3-0  in casa, la squadra slovena perse anche in Ucraina per 2-0, ma gli ucraini dell’Arsenal Kiev fecero giocare nella partita di andata, un giocatore sospeso e persero a tavolino, decretando il passaggio del turno del ND MURA 05.



ND Mura 05
Calcio Football pictogram.svg

Colori sociali 600px Black and White Striped.png Bianco e nero
Dati societari
Città Murska Sobota
Paese bandiera Slovenia
Confederazione UEFA
Federazione Flag of Slovenia.svg NZS
Fondazione 1924
Rifondazione 2005
Presidente Bandiera della Slovenia Dejan Kološa
Allenatore Bandiera della Slovenia Edin Osmanovič
Stadio Fazanerija
(3.527 posti)
Sito web www.mura05.si
Palmarès

Trofei nazionali 1 Coppa di Slovenia

Sorteggio Europa League

Sorteggio ottimo per la Lazio che affronterà gli sloveni del Nogometno Društvo Mura 05 il 23 agosto a Murska Sobota (Slovenia)  e il ritorno all'Olimpico il 30 agosto, l'Inter pesca il  FC Vaslui.

La finale 2013 del torneo si disputerà ad Amsterdam il 15 maggio.



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Sorteggio spareggi UEFA Europa League Andata 23 agosto Ritorno 30 agosto.
FC Anzhi Makhachkala (RUS) - AZ Alkmaar (NED)
APOEL FC (CYP) - Neftçi PFK (AZE)
Atromitos FC (GRE) - Newcastle United FC (ENG)
Tromsø IL (NOR) - FK Partizan (SRB)
FC Vaslui (ROU) - FC Internazionale Milano (ITA)
Heart of Midlothian FC (SCO) - Liverpool FC (ENG)
Athletic Club (ESP) - HJK Helsinki (FIN)
CS Marítimo (POR) - FC Dila Gori (GEO) or Anorthosis Famagusta (CYP)*
Molde FK (NOR) - sc Heerenveen (NED)
Debreceni VSC (HUN) - Club Brugge KV (BEL)
FC Sheriff (MDA) - Olympique de Marseille (FRA)
Trabzonspor AŞ (TUR) - Videoton FC (HUN)
FC Midtjylland (DEN) - BSC Young Boys (SUI)
WKS Śląsk Wrocław (POL) - Hannover 96 (GER)
FC Dinamo Bucureşti (ROU) - FC Metalist Kharkiv (UKR)
AC Horsens (DEN) - Sporting Clube de Portugal (POR)
Hapoel Tel-Aviv FC (ISR) - F91 Dudelange (LUX)
Feyenoord (NED) - AC Sparta Praha (CZE)
Motherwell FC (SCO) - Levante UD (ESP)
FK Crvena zvezda (SRB) - FC Girondins de Bordeaux (FRA)
KSC Lokeren OV (BEL) - FC Viktoria Plzeň (CZE)
S.S. Lazio (ITA) - ND Mura 05 (SVN)
AIK Solna (SWE) - PFC CSKA Moskva (RUS)
Legia Warszawa (POL) - Rosenborg BK (NOR)
Bursaspor (TUR) - FC Twente (NED)
FC Steaua Bucureşti (ROU) - FK Ekranas (LTU)
FC Slovan Liberec (CZE) - FC Dnipro Dnipropetrovsk (UKR)
VfB Stuttgart (GER) - FC Dinamo Moskva (RUS)
PAOK FC (GRE) - SK Rapid Wien (AUT)
FC Luzern (SUI) - KRC Genk (BEL)
FK Zeta (MNE) - PSV Eindhoven (NED)

*Decisione CDB pendente

Sorteggio Europa League - la Lazio nel gruppo 5

La UEFA ha diramato i raggruppamenti in cui le squadre sono state suddivise, la Lazio è stata inserita nel gruppo 5, e potrebbe così incontrare il Bursaspor club turco, l'AIK club svedese, il Lokeren club belga, il Legia Varsavia club polacco e il Mura club sloveno. Scongiurati gli accoppiamenti con le squadre più blasonate tipo Anzhi e Feyenoord.
Gli accoppiamenti saranno sorteggiati alle ore 13:30.

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La griglia completa con gli accoppiamenti riportata da uefa.com


* Ritorno sospeso giovedì

Mercato - Tre settimane e cala il sipario!!!!

Se si toglie un attimo il coperchio alla pentola del mercato biancoceleste, si scopre che di bolle ce ne sono poche e che per buttare la pasta – ovvero consegnare a Petkovic una squadra completa – il tempo che ci divide dal 31 agosto si va sempre di più assottigliando: mancano ormai tre settimane precise. I puntelli da inserire nell'impianto della rosa laziale non sarebbero neanche troppi, dal momento che le esigenze richiedono un difensore centrale, un terzino sinistro - l'ideale sarebbe che fosse adattabile anche a destra -, un centrocampista che rimpiazzi il probabile uscente Matuzalem e un attaccante (se serviva Burak Yilmaz e non è arrivato, vuol dire che una punta va ancora trovata) . Ci sono squadre che, come la Fiorentina, erano chiamate a rifondare quasi tutto l'undici titolare, eppure lo hanno fatto e continuano a farlo egregiamente. La rosa attuale della Lazio non richiede particolari rivoluzioni, ma innesti nei punti giusti assolutamente sì. Non solo. Rimangono da risolvere alcune situazioni legate ai rinnovi contrattuali, vedi Diakité, Onazi e Zarate. Sul mercato e su questi scenari interni, il Corriere dello Sport ha dipinto un quadro riepilogativo d'insieme.

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DIFESA – Per quanto riguarda il difensore centrale, come noto, l'arrivo di Andreas Granqvist era considerato sicuro fino a due giorni fa. Ora sono sorte delle complicazioni nella trattativa con il Genoa, ma l'affare non appare come definitivamente tramontato. Se alla fine, però, il giocatore svedese non dovesse arrivare, di alternative valide in quel ruolo non ce ne sarebbero più molte. Oltre al fatto che si tratterebbe dell'ennesima operazione fallita, dopo quelle di Yilmaz, Breno e Balzaretti. Tra le pedine già presenti in rosa, invece, resta da trovare l'accordo per il rinnovo di Modibo Diakité. Entro lunedì prossimo si dovrebbe raggiungere l'intesa per prolungare il contratto di altri quattro anni: la differenza tra le parti sembra essersi assottigliata a circa 90 mila euro.

TERZINO SINISTRO – Sempre di difesa si tratta, ma il capitolo legato al terzino sinistro merita una sezione specifica. La rosa dei papabili perde e ha perso numerosi petali: da Federico Balzaretti, su cui la Roma si è mossa prima e più determinata, a Reto Ziegler e Davide Santon, mai realmente trattati dalla società biancoceleste. Con Royston Drenthe che non convince e Sebastian Pocognoli considerato un'alternativa di ripiego, il vero nome caldo rimane quello di Dennis Aogo. Per l'esterno tedesco dell'Amburgo, classe '87, ci sono già stati dei contatti tra i due club, come rivelato in esclusiva dalla redazione di lalaziosiamonoi.it. Con tutta probabilità, il discorso verrà approfondito nei prossimi giorni. Il terzino di origini nigeriane è valutato circa 5-6 milioni di euro, più o meno la stessa somma che richiede l'Atalanta per Federico Peluso. Dopo che il difensore bergamasco era stato accostato insistentemente alla Lazio, la pista si è raffreddata sensibilmente. L'acquisto del giocatore bergamasco, tuttavia, sarebbe ideale per diversi fattori: innanzitutto, è stato uno dei migliori esterni dello scorso campionato; inoltre è tifosissimo laziale e a Roma verrebbe di corsa; infine, essendo cresciuto nelle giovanili biancocelesti, permetterebbe a Vladimir Petkovic di poter contare sul quarto prodotto del vivaio richiesto dalla Uefa per le liste dell'Europa League. La nuova norma, infatti, prevede che vengano inseriti almeno 4 giocatori cresciuti nel proprio vivaio per almeno 3 anni e altri 4 cresciuti in quello di un’altra squadra della propria federazione, sempre per un periodo non inferiore ai 3 anni. Come sottolineato dal Corriere dello Sport, la Lazio attualmente può contare su tre giocatori: Alessandro Berardi, Luis Pedro Cavanda e Antonio Rozzi.

CENTROCAMPO – In attesa di riavere in squadra Cristian Brocchi, Petkovic non sa ancora se potrà contare su Francelino Matuzalem. O meglio, su una pedina che sostituisca il brasiliano, ormai con un piede e mezzo fuori da Roma. L'obiettivo primario sarebbe Alexander Merkel, ma il Genoa non è intenzionato a cederlo. L'unico nome che circola è quello di Perparim Hetemaj: per il finlandese del Chievo, tuttavia, un'eventuale trattativa deve essere ancora avviata. Come nel caso di Diakité, anche nella zona mediana del campo esiste una “grana” legata a un rinnovo contrattuale: Eddy Onazi ha il contratto in scadenza nel 2014, ma la Lazio – come svelato in esclusiva dalla nostra redazione - gli ha offerto per ora un prolungamento a circa 65 mila euro a stagione. Una cifra che definire bassa è un eufemismo. Il mediano nigeriano non chiede neanche molto, circa 180/200 mila euro annui. La situazione andrebbe risolta quanto prima, per evitare che sul giocatore si inizino a sentire le sirene di altri club.

ATTACCO – Nel momento in cui la Lazio stava trattando Burak Yilmaz, era chiaro a tutti che un innesto in attacco servisse. Dopo la trattativa fallita per il turco, sembra che una nuova punta sia diventata quasi superflua. In realtà, dopo aver salutato l'opzione Yilmaz, la dirigenza capitolina non si è mossa concretamente per nessun altro giocatore. La pista John Guidetti rimane in sospeso da diverse settimane, tanto da apparire come completamente sfumata. La suggestione Alberto Gilardino, che sarebbe stato proposto dal Genoa, non può che essere definita come tale. A Petkovic piace Emmanuel Mayuka dello Young Boys, mentre il ds Igli Tare ha sondato il terreno per l'islandese Kilbeinn Sigthorsson dell'Ajax. Due soluzioni che hanno i contorni, però, del ripiego. La prospettiva più probabile è che, a questo punto, si rimanga con i giocatori attuali: Klose, Zarate, Rocchi, Floccari e Kozak. Per quanto riguarda l'attaccante argentino, infine, si presenta di nuovo l'interrogativo: rinnova o non rinnova? Anzi, spalma o non spalma? Dalla risposta che arriverà a tale domanda, si capirà quanto la Lazio potrà contare su un giocatore che, se tornasse ai livelli della prima stagione a Roma, sarebbe titolare fisso accanto al bomber tedesco.

Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it