Come al solito, non si smentiscono mai. Tratto dalla pagina di Facebook LATIUM MCM. Il Direttore de "Il Romanista", Carmine Fotia, ha inviato una lettera aperta al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con la quale scrive un accorato appello perchè intervenga, dall'alto della sua autorità, affinchè Udinese, Lazio e Napoli vengano escluse dalle competizioni europee in nome del decoro e della credibilità del calcio italiano e della stessa Italia. Gli sdegnati romanisti accusano Abete di esercitare pressioni su Platinì affinchè l'UEFA usi la mano "morbida" per i club direttamente e indirettamente coinvolti nel calcio-scommesse. C'è da chiedersi come mai il sig. fotia (appositamente scritto in minuscolo) non si sia scandalizzato per la mancata applicazione del codice ETICO nei vari casi che hanno visto la sua rometta implicata (dai Rolex alle false fidejussioni, da Vautrot alle intercettazioni nascoste di calciopoli nel 2006 e chi più ne ha più ne metta...).
INDEGNI
Di seguito, la lettera:
Mi rivolgo a Lei con la stima e l’affetto che ben conosce. Mi rivolgo a Lei affinché eserciti la sua autorevole capacità di persuasione sui vertici del calcio italiano e ci eviti dunque una figuraccia in campo internazionale che contraddirebbe la splendida prova di orgoglio nazionale che stanno dando i ragazzi di Prandelli cui Lei è voluto essere vicino rappresentando il sentimento di tutto il paese.
Con i Suoi gesti simbolici, carissimo Presidente, con quella commozione trattenuta a stento mentre consegna la bandiera ai nostri atleti olimpici, Lei ha saputo ben interpretare lo spirito di riscatto e di lealtà che muove ogni vero sportivo, mostrandosi ancora una volta interprete dei più profondi sentimenti di coesione e di moralità di cui oggi il nostro paese ha un estremo e disperato bisogno.
Ebbene, mentre i nostri ragazzi riscattano sul campo la brutta pagina di Scommessopoli, mostrando che il nostro calcio è fatto in grande maggioranza da ragazzi per bene e puliti, i vertici del calcio italiano, in testa Giancarlo Abete, stanno cercando di coinvolgere anche Platini in una operazione che, se andasse in porto, ci coprirebbe di una vergogna che inevitabilmente ricadrebbe sull’intero paese.
I fatti possono anche esserLe sfuggiti, dal momento che in queste ore ha ben più drammatiche e dolorose vicende cui pensare, a cominciare dalla morte di un nostro carabiniere in Afghanistan.
Ci permettiamo allora di rammentaLe quanto scritto da noi e da altri giornali in merito all’iscrizione nelle competizioni europee delle squadre italiane coinvolte in Scommessopoli. Tre di esse, Lazio, Udinese e Napoli, probabilmente in tempi diversi, saranno deferite alla giustizia sportiva. Orbene, il regolamento Uefa parla chiaro e dice che in caso di "coinvolgimento diretto o indiretto", in illeciti sportivi le squadre coinvolte non possono disputare i tornei ai quali dovrebbero accedere secondo la posizione raggiunta nei rispettivi campionati. Non si fa alcuna menzione né alla colpevolezza, né all’entità della sanzione poiché si tratta di un codice etico al quale basta "il coinvolgimento" per decretare l’esclusione. Del resto, è in base a un codice etico che il capitano della Lazio, Mauri, è stato escluso della lista dei convocati di Prandelli. I codici etici, infatti, servono proprio a definire comportamenti che rispettino la legalità a prescindere dalle sanzioni e dalle responsabilità penali.
Non dovrebbe dunque esserci alcun dubbio sull’interpretazione della norma e invece il presidente della Figc Giancarlo Abete sta facendo pressing su Platini affinché ne dia una lettura "elastica" nel solco di quel relativismo morale che fa parte di una certa immagine dell’Italia che Lei in questi anni ha sempre e giustamente combattuto.
La lettura "elastica" della norma si fonda sul fatto che i processi non termineranno prima che scada l’iscrizione delle squadre ai tornei europei e quindi, dicono i fautori dell’"elasticità", le squadre coinvolte devono essere ammesse perché vanno considerate innocenti fino all’ultimo grado di giudizio. E se arrivasse una condanna nel corso dei tornei? Non c’è problema: basta concordare condanne lievi e ottenere da Platini un trattamento "morbido".
Dopo aver inveito contro il "Biscotto" che, a detta di coloro che misurano i comportamenti altrui con i propri metri (im)morali, stavano per somministrarci Spagna e Croazia (le quali ci hanno invece fornito ma bella prova di lealtà e correttezza sportiva), come possiamo adesso chiedere alla stessa istituzione, l’Uefa, cui chiedevano di vigilare con inflessibile durezza sui presunti accordi illeciti altrui di sorvolare sulla corruzione che purtroppo non risparmia il nostro calcio?
Si immagini, signor Presidente, quale disonore cadrebbe sul nostro paese se si mostrasse non solo incapace di combattere la corruzione nel mondo dello sport, ma se addirittura ne esibisse i protagonisti, freschi freschi di carcere, sui palcoscenici internazionali.
Certo della Sua sensibilità, Le invio miei più deferenti saluti,
Carmine Fotia
Romanista razza mista
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